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DESCRIZIONE













Il degrado del patrimonio forestale conseguente all'abbandono della montagna è particolarmente evidente nelle montagne biellesi e in genere sulle Alpi piemontesi, dove ampie superfici boscate inutilizzate invadono disordinatamente i versanti, estendendosi progressivamente su aree prative e pascoli.
Negli ultimi anni si registra però una crescita delle imprese forestali, specie nelle aree montane più marginali. La crisi economica e una maggiore flessibilità e capacità di adattarsi a nuovi lavori sono tra le principali motivazioni che hanno incentivato questo fenomeno.
Nel Biellese la ricchezza prodotta dall’industria tessile ha ulteriormente accentuato il fenomeno dell’abbandono del territorio rurale; la dimensione della crisi ha evidenziato la problematica dal momento in cui il tentativo del ritorno all’utilizzo delle risorse naturali si è scontrato con la situazione di degrado.
L'ostacolo maggiore che impedisce una gestione del patrimonio forestale razionale, redditizia e diffusa, è legata alla frammentazione della proprietà terriera. Attualmente è quasi impossibile intervenire su ampie superfici private a causa della difficoltà di individuare ed accordarsi con i proprietari di un'area di potenziale interesse forestale.
Un altro ostacolo è legato alla ancora scarsa organizzazione e coordinamento delle imprese forestali, spesso a carattere individuale e quindi non in grado di gestire superfici estese.
Ulteriori problemi derivano dalla presenza diffusa di soprassuoli di scarso valore economico a causa del prolungato abbandono selvicolturale, agli elevati costi di cantierizzazione di molte di queste aree ed alla scarsa sensibilità da parte delle Amministrazioni e dei privati cittadini nei confronti di questa problematica, che paradossalmente in altre realtà si configura come una preziosa risorsa.
Il territorio biellese è caratterizzato da un indice di boscosità pari al 50%, tra i più alti in Piemonte. Nel territorio ove si intende operare (Unione Montana dei comuni del biellese orientale e aree limitrofe per una superficie di quasi 300 kmq, circa 40.000 abitanti e 25 comuni), tale indice raggiunge dei picchi superiori al 95% (comune di Soprana) e valori medi superiori al 72%.
In tale area di media montagna le categorie forestali più rappresentative sono i castagneti ed i robinieti, spesso in condizioni di degrado e/o abbandono; si tratta infatti perlopiù di appezzamenti non utilizzati da oltre quaranta anni.
In prima analisi si stima una superficie forestale di interesse commerciale (robinia, faggio, castagno, quercia e carpino) pari a circa 15.000 ettari da cui andranno decurtate tutte le porzioni non economicamente utilizzabili perché irraggiungibili o di scarso valore e quindi a macchiatico negativo.















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